
PER L’ITALIANO IN ITALIA
Saggio
Prefazione di Raffaella Bettiol
Postfazione di Giuseppe Iori
Padova, Società Dante Alighieri, Comitato di Padova, 2011
Intervento dell’autrice Daria Martelli,
Notiziario della Società Dante Alighieri, Comitato di Padova, anno XXV, n. 2 – giugno 2011, p. 3
Pur non essendo una linguista di professione, mi sono sempre occupata della lingua sotto vari aspetti. Se per una scrittrice la lingua è il mezzo della creazione, per tutti è il principale strumento di evoluzione della personalità, oltre che di espressione e di comunicazione. Il pieno possesso della madrelingua è una condizione della parità di fatto tra i cittadini: Don Milani ricordava ai suoi scolari che l’operaio conosce trecento parole, mentre il padrone mille, e per questo è il padrone. Nel mio saggio di storia di genere Polifonie ho considerato anche il linguaggio come uno dei fattori che in vario modo determinavano la condizione femminile nei secoli passati. […] Nel saggio Per l’italiano in Italia ho condotto una rapida analisi dell’attuale degrado linguistico, dovuto alla diffusa ignoranza dell’italiano, al proliferare delle varietà di burocratese e all’invasione di anglicismi superflui, fuori di ambiti strettamente specialistici.
Ho voluto così dar voce al disagio che, per le conseguenze di tale situazione, è diffuso tra la gente: un disagio che talvolta si esprime in lettere di protesta indirizzate alle varie istituzioni in risposta a comunicati incomprensibili, infarciti di inglese e di burocratese, quando non di veri e propri strafalcioni, oppure emerge in certe lettere inviate ai giornali per denunciare l’offesa arrecata all’identità nazionale dal sovrapporsi dell’inglese all’italiano; ma per lo più rimane sommerso, per la difficoltà di contestare una moda quale è quella in particolare degli anglicismi. Infatti ogni moda è una specie di dittatura, fondata sulla tendenza al conformismo, ed emargina e svaluta chi ad essa non si adegua. Di questa nuova “questione della lingua”, che oggi ci riguarda tutti da vicino, come cittadini e come consumatori, nella nostra vita quotidiana, occorre promuovere la generale consapevolezza.