
SCRITTRICE O SCRITTORE?
Una ricerca di genere sulla creatività letteraria
Saggio
Prefazione di Gabriella Imperatori
Padova, Cleup, 2015
In copertina:
I segreti dell’anima. Scultura di Romeo Sandrin.
Il libro è dedicato alla memoria della madre dell’autrice, insegnante Anna Arciero
In Appendice:
Interviste con Gina Lagorio, Francesca Duranti, Grazia Livi, Carla Cerati, Giuliana Berlinguer, Paolo Ruffilli.
La condizione della scrittrice nel Seicento. Lucrezia Marinelli, Essortationi alle donne et a gli altri, se a loro saranno a grado, 1645, Capitolo II.
Daniela Domenici, recensione di Scrittrice o scrittore?, di Daria Martelli, Cleup 2015.
https://danielaedintorni.com/2022/01/17/scrittrice-o-scrittore-di-daria-martelli-cleup-edizioni-recensione-di-daniela-domenici/
Ancora uno splendido “biblio-incontro” con la scrittrice Daria Martelli e il suo saggio Scrittrice o scrittore?, sottotitolo “Una ricerca di genere sulla creatività letteraria”, che mi ha interessato e coinvolto sia per la variegata e dettagliata analisi, che dimostra lo sterminato background (Martelli mi perdonerà questo anglo-prestito…) culturale dell’autrice, che perché in questo saggio tratta tematiche a me molto vicine in quanto mi occupo di scrittrici, e di donne in genere, da molti anni e quindi è stata immediata ed empatica affinità elettiva.
“La creatività è stata sempre considerata la più alta qualità umana. Ed è stata sempre negata alla metà femminile dell’umanità sia nella cultura dotta sia in quella popolare…” Da quest’affermazione così lapidaria nella sua cruda realtà nasce in Martelli il desiderio di rivolgere uno sguardo di genere alla creatività femminile per dare luce ai suoi meccanismi e, allo stesso tempo, agli “aspetti oscuri della storia delle donne”; ma prima di questo l’autrice dedica un affascinante capitolo, il IV, alle condizioni della creatività perché, come afferma, “scrittori e scrittrici non si nasce, si diventa” e “la prima condizione perché l’inventiva possa svilupparsi è la libertà mentale”, che “può far crescere la fiducia in se stessi/e, la sicurezza e il coraggio anzi l’audacia che sono indispensabili per inventare e per accettare le proprie invenzioni”.
Purtroppo però questa libertà mentale è stata quasi sempre appannaggio della parte maschile dell’umanità e la diversa condizione di genere, titolo del capitolo V, ha impedito o, in alcuni casi, ha ritardato la nascita delle opere letterarie delle scrittrici e delle poetesse, cominciando da Moderata Fonte, autrice a cui Martelli ha dedicato più di uno studio. Perché le donne raramente hanno avuto “una stanza per sé”, come la chiama Virginia Woolf, uno spazio personale sia fisico che mentale, perché impegnate a gestire la casa come mogli e madri, spesso senza indipendenza economica e senza la possibilità di frequentare circoli culturali o altre donne con gli stessi interessi.
Sono innumerevoli i paragrafi che vorrei estrapolare per dare un’idea della vastità dell’analisi di Martelli; in appendice troviamo le interviste che l’autrice ha fatto a sei scrittrici italiane contemporanee, davvero molto illuminanti.