“GRANDI MAGAZZINI”

Racconto

in Catalogo degli scrittori Iscritti all’ENAP

Bari, Laterza, 2007

Incipit
“Se c’era un luogo per cui il professore provava avversione, erano i Grandi Magazzini: una rappresentazione della città come mercato, dove tutto si vende e si compra, niente si dona, si trova, si acquisisce con mezzi meno volgari del denaro. Eppure in quel pomeriggio di fine dicembre si trovava oltre le grandi porte a vetri, entrato senza sapere perché, ipnotizzato dalle luci, indotto da messaggi subliminali, o, più semplicemente, sospinto dalla fiumana di gente che entrava. Proprio in quel periodo in cui sapeva i Magazzini più affollati e intollerabili che mai. Proprio il giorno in cui ─ dimenticanza o inconscia contestazione ─ non aveva in tasca che poche migliaia di lire, sufficienti per comprare appena il biglietto della metropolitana.
Eppure era lì, tra migliaia di persone estranee, tra montagne di oggetti superflui, come dentro un equivoco: l’equivoco che dove corre tanta gente sia un centro di vita, mentre non è che un centro del nulla. Stretto nella ressa, si sentiva mancare il respiro. Certo l’aria inquinata di fiati e di rumori era la meno respirabile.
Ed ecco, oltre una signora in cappello, oltre un ragazzo in giubbotto di pelle, oltre un grosso signore con i capelli bianchi, scorse un volto minuto con grandi occhi verdi, sotto un caschetto di capelli biondo cenere e sopra uno smilzo cappotto nero. Con un trasalimento la riconobbe: Lidia, rimasta uguale, bella come trent’anni prima.”