
TRENT’ANNI DOPO
Romanzo
Guidonia (Roma), Editore Iacobelli, 2021
In copertina:
Tono Zancanaro (1906-1985), Villa veneta, litografia.
Il libro è dedicato alla memoria della madre dell’autrice
insegnante Anna Arciero
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Epigrafi poste al testo:
Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce:
la continuità della vita, l’inevitabilità della morte.
Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Il faut coltiver notre jardin.
Voltaire, Candide ou l’opimisme.
Incipit
«“Ho ottenuto una promozione con il trasferimento nella sede padovana della Compagnia. Ci frequenteremo di nuovo come un tempo, spero, puoi immaginare con quanta gioia. A presto. Arianna”.
La lettera spuntava dal mucchio della posta arretrata che Livio, entrando in casa, aveva deposto sul tavolo del soggiorno. Cartoline, inviti, bollette, multe, riviste, stampe pubblicitarie: il concentrato della nostra vita sociale, sospesa in quelle due settimane di vacanze e appostata nell’attesa. Quel cumulo di carte aveva spazzato via rocce e ferrate, echi e silenzi delle alte quote.
Eravamo ritornati dal solito giro estivo tra i rifugi alpini. Il 18 agosto l’isola di villette ai margini della città era immersa in una solitudine incantata.»
Perché Arianna è ritornata nella sua città, Padova, dopo dieci anni di assenza? E che cosa cerca nell’antica villa di famiglia, situata un po’ fuori della città? La presenza di questo personaggio sfuggente, che difende il segreto suo e di sua madre, morta improvvisamente prima che lei partisse, provoca profondi mutamenti in un gruppo di amici, la coppia sposata Marina e Livio, ricercatori universitari, Diego, intraprendente commerciante di computer, e Laura, moglie divorziata, ma non indifferente di questo. Quando, dopo un anno, Arianna riparte di nuovo all’improvviso per compiere altrove il suo destino, niente è più come prima.
È anche la storia di un’amicizia femminile, dall’adolescenza all’età adulta, una forma di identificazione, che lega profondamente Marina e Arianna, supera la gelosia per il marito dell’una, ma non riesce a scongiurare una terribile eredità materna che l’altra si porta dentro.
Marina racconta in prima persona la vicenda e insieme una propria ricerca esistenziale, parallela a quella di Arianna. Fa emergere interrogativi sul senso della condizione umana. E introduce altre significative presenze: il giardino, specchio di un perduto sentimento della natura, e Clotilde, autrice di un vecchio libro “dell’arte di coltivare”. L’antica villa che è stata della famiglia di Arianna diventa teatro delle passioni dei personaggi, pur conservando strane suggestioni: qui il quotidiano appare in una prospettiva insolita; il sensitivo Ulderico è chiamato a rivelare altre dimensioni del luogo.
Sullo sfondo sono i primi anni Ottanta, quando, tra entusiasmi e diffidenze, incominciava a diffondersi il computer – nel 1982 il Time lo scelse come “persona” dell’anno, per la sua novità significativa ‒ si tentavano rischiose avventure finanziarie per arricchire in fretta, d’agosto le città si svuotavano completamente, la Jugoslavia era una meta turistica, San Pietroburgo si chiamava ancora Leningrado.
In una “Nota” finale il racconto viene completato, con un diverso punto di vista, da Livio dopo sei anni, quando ormai è cambiato il microcosmo dei personaggi e sta per cambiare anche il mondo sociale e politico.
Un’altra “Nota” seguente aggiunge un altro punto di vista, quello di Elisabetta, una giovane degli anni Duemila, del tutto estranea alla vicenda narrata, e un maggiore allontanamento temporale, più di trent’anni, con una stratificazione di significati. È lei che si rivela determinante per la sorte del manoscritto ritrovato e gli dà il titolo dumasiano, indicando la sua prospettiva, quella della distanza temporale, e insieme un tema del romanzo, i cambiamenti operati inesorabilmente dal tempo.
La suggestione dell’antica villa che è al centro della vicenda si riflette nell’immagine scelta per la copertina, una litografia di Tono Zancanaro, che ha colto l’anima segreta di queste dimore cariche di passato e di memorie.
Nicoletta Cozza,
«L’ultimo libro di Daria Martelli. “Trent’anni dopo” nel segno dell’amicizia al femminile», Il Gazzettino,19 dicembre 2021.
Link al testo
Daniela Domenici,
Recensione di Trent’anni dopo di Daria Martelli, Daniela&dintorni, 5 gennaio 2022.
https://danielaedintorni.com/2022/01/05/trentanni-dopo-di-daria-martelli-iacobelli-editore-recensione-di-daniela-domenici/
https://www.amazon.it/Trentanni-dopo-Daria-Martelli/dp/8862527128/ref=sr_1_3?qid=1641804471&refinements=p_27%3ADaria+Martelli&s=books&sr=1-3
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Maria Paola Fiorensoli,
Recensione di Trent’anni dopo di Daria Martelli, Il Paese delle donne on line – Rivista, 30 novembre 2022
https://www.womenews.net/2022/11/trentanni-dopo-di-daria-martelli/
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Gabriele Ottaviani,
recensione di Trent’anni dopo, Convenzionali. Vediamo un po’… Libri, 10 dicembre 2021
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